Dagli
scavi archeologici del 1997 emerge un reperto, una piccola crocetta (mm 45x32) in
fusione di piombo, un oggetto da pellegrini, di nessun valore,
ritrovato all'interno di una sepoltura precedente la fine del XII
secolo. Un pellegrino di passaggio trovò qui, a Pieve, la morte e venne
sepolto con la sua crocetta nel cimitero presso l'antica chiesa. Una
storia tra le tante, che, però, parla dell'antica pieve, della sua
storia, del suo essere sulla via dei tanti pellegrini di allora. Storia
e fede. Questo è il motivo per cui l'immagine di questa piccola croce è
riportata nel sigillo parrocchiale. La crocetta è custodita in
sacrestia in una piccola teca dorata.
Antiche monete venete
Una storia del tutto particolare ha la scoperta di
un "ripostiglio" di antiche monete.
Durante la campagna di scavi del 1997-'98, in occasione della rimozione
del massetto del pavimento di uno stanzino per la sua sostituzione,
saltarono fuori dal materiale di risulta le monete in questione. Gli
attenti interventi di recupero e restauro, e i successivi studi (cfr.
G. Ciampoltrini - E. Pieri, Archeologia a Pieve a Nievole,
Pisa 2004.) hanno consentito di riconoscere, in questo tesoretto di
ventisei monete d'argento di origine veneta (fine sec. X - inizi sec. XI), una importante
testimonianza numismatica utilissima per la cronologia.
Le monete sono conservate presso il museo di Larciano.
Calice agostiniano
Niente sappiamo del perché questo prezioso calice d'argento di
elaborata fattura si trovi in questa chiesa.
I recenti studi di E. Maccioni (Un esempio di suppellettile sacra
post-conciliare: il calice della chiesa dei Santi Pietro e Marco a
Pieve a Nievole, in "Quaderni pievarini" (5), Pieve a Nievole
2007) lo hanno collocato nell'ambiente agostiniano dei primi del
Seicento.
Rimane come importante testimonianza di oraficeria tipicamente
post-tridentina.
Reliquiari ad ostensorio
In
sacrestia, dentro un mobile realizzato espressamente per questo scopo,
sono conservate le reliquie facenti parte del patrimonio della chiesa.
Si rimanda ai Quaderni Pievarini
– rivista periodica del Centro studi storici San Pietro a Neure,
associazione di volontariato per la promozione e la conoscenza della
storia locale costituitasi per volontà della parrocchia ed ora
associazione autonoma – per una precisa descrizione delle reliquie
presenti e dei documenti compravanti la loro autenticità.
Oltre
all'aspetto devozionale, che è senz'altro quello più importante, non è
da passare sotto silenzio quello artistico. Infatti, oltre a reliquiari
di legno argentato o dorato di fattura ordinaria, ve n'è uno in lamina
d'argento sbalzata e cesellata, di pregio artistico non indifferente.
È, come gli altri, un reliquiario detto "ad ostensorio" con la
particolarità di rappresentare le forme di un angelo che sostiene sopra
la testa la teca che mostra ("ostende" da cui "ostensiorio") la
reliquia del santo. La presenza dello stemma nobiliare della famiglia
fiorentina dei Pitti fa presumere che il manufatto provenga, come dono,
da Villa Amerighi, dimora signorile già appartenuta ai Pitti. L'oggetto
è datato sul retro 1734.
Teche degli ex voto
Nel corridoio che collega la sacrestia alla canonica, sono esposte tre
grandi teche per la conservazione ed esposizione degli ex-voto o dei
riconoscimenti per grazia ricevuta raccoltisi nei secoli. Sono oggetti
semplici, senza alcun valore né materiale né tantomeno artistico.
Grande è invece il significato devozionale di questi oggetti, testimoni
di una fede semplice e profonda che ha voluto lasciare, senz'altro con
sacrificio vista la povertà della popolazione di allora, un ricordo
tangibile della propria esperienza di fede riconoscente. Gli oggetti
coprono un arco di tempo tra il secolo XVII e i giorni nostri, per lo
più sono legati al culto mariano, pochi alla devozione del Sacro Cuore.
Organo a canne Cesare Tronci
Sulla
controfacciata della chiesa parrocchiale si trova la cantoria su cui è
collocato il grande organo a canne: è il più grande che la ditta di
organari pistoiesi Tronci abbia costruito in Valdinievole. Questo
strumento, del quale non siamo riusciti a trovare alcuna
documentazione, è un'opera della maturità di Cesare Tronci, il cui nome
è riportato in un cartiglio all'interno dello strumento. La datazione è
quindi da collocare poco prima del 1870, anno in cui la ditta Cesare
Tronci cessò la sua attività. Il restauro dell'organo ha una storia
lunghissima e travagliata. I primi tentativi sono del 1984, ma, per
l'insensibilità delle istituzioni e il totale disinteresse dei privati,
si è giunti al restauro solo nel 2009. Dal 24 aprile 2009, giorno della
sua inaugurazione, si sono tenuti diversi concerti e altre iniziative
di valorizzazione come la scuola per organista liturgico.
Qui sotto riportiamo un piccolo brano di musica, eseguita a quattro mani,
che illustra le particolari sonorità concertistiche dello strumento
concepito per eseguire repertori "operistici" al tempo molto popolari.
Di seguito riportiamo anche l'elenco dei registri dello strumento.
Luigi Malerbi (1776-1834),Sinfonia a 4 mani. Esegue: Mariella
Mochi e Simone Valeri, organo Cesare Tronci (sec. XIX), chiesa Ss. Pietro ap. e Marco ev.,
Pieve a Nievole, 2010.
Fonica dell’organo Cesare Tronci di Pieve a Nievole
Pedaliera: scavezza 1 ottava + 5 note Do - Sol + tamburi +
terza mano
NB - Gli Atti Tavole Rotonde ed i Quaderni pievarini a cui si fa riferimento sono scaricabili dal sito del Centro Studi Storici "San Pietro a Neure" all'indirizzo: www.sanpietroaneure.it