Edifici
Chiesa dei Ss. Pietro ap. e Marco ev.
L'
edificio non presenta
particolari architettonici di rilevanza. Terminata di costruire nel
1846 è in un semplice
stile neoclassico,

e forse la sua semplicità è la caratteristica che più la fa apprezzare.
I recenti lavori di restauro (1994) hanno cercato di evidenziare la
purezza lineare della struttura eliminando tutti gli arredi che
potevano in qualche modo distogliere lo sguardo dall'essenzialità. La
facciata esterna è stata lasciata grezza, forse perché si prevedeva di
rifinirla in maniera più accurata successivamente.

All'interno interessanti sono i
due altari laterali
del transetto, dedicati a Maria vergine e sant'Antonio di Padova,
realizzati in stucco e finto marmo, arte nella quale eccellevano le
maestranze dei Bernardini che contruirono l'edificio.
Bella è la
tela posta nel catino dell'abside
dietro l'altare maggiore opera di Panfilo o Giuseppe Nuvoloni, artisti
lombardi della metà del XVIII secolo. L'opera, che rappresenta Maria
Immacolata tra i santi Francesco d'Assisi e Antonio di Padova, venne
donata nel 1957 alla parrocchia dalla famiglia Minnetti.
Curiosit�:
sotto l'altare della madonna si trova esposta una teca dorata di
preziosa fattura, con il corpo intero di san Giacinto. Questa reliquia
proviene dalla cappella di villa Bellavista a Borgo a Buggiano, venne
portata qui negli anni cinquanta del novecento. La teca non è
originaria, fu acquistata da un antiquario a Roma appositamente per
esporvi il corpo del santo. Di questo san Giacinto non sappiamo niente,
le ricerche fatte hanno dato sempre esito negativo, con probabilità si
tratta di un corpo di santo martire proveninte dalle catacombe romane e
trasferito nella cappella dei marchesi Feroni, come era uso nel XVII
secolo.
Compagnia Corpus Domini
Alla fine del 1600 viene intrapresa la costruzione
della bella cappella della
Compagnia del Corpus Domini,
situata nella piazzetta antistante l'antica pieve, ormai declassata a
chiesa rettoria sotto il titolo di San Marco.
La chiesa del Corpus Domini - le cui facciate sono state restaurate e riportate
all'impostazione originaria nel 2012 -, ampia e luminosa, è ancora perfettamente
conservata nella sua struttura essenziale e nelle belle decorazioni
pittoriche
(queste ultime di probabile fattura ottocentesca).
L'
altare in pietra è integro. Si tratta di una copia
pregevole di un altro altare del 1655, presente nella chiesa
antica e dedicato alla Vergine Maria.
La tela originaria, raffigurante la Sacra Cena, dipinta da
Giovanni
Maria Corsetti nel
1707 è stata da poco restaurata.

Attualmente è visibile sulla
controfacciata della chiesa parrocchiale.
Questa bella testimonianza architettonica, è stata trasformata negli
scorsi decenni prima in opificio industriale e dopo in teatrino.
Attualmente è adibita a magazzino e meriterebbe di essere restaurata e
riportata all'uso originario.
Base della torre campanaria

La base
dell'attuale campanile, realizzato nel 1931, è tutto ciò che
resta in elevato della pieve di fine XII secolo. Quando essa crollò non
lo sappiamo, recenti studi (Elisa Maccioni) hanno rinvenuto uno schizzo settecentesco
raffigurante uno scorcio panoramico in cui pare di riconoscere ancora
eretta l'antica torre seppure con evidenti segni di rovina.

Di proporzioni veramente massiccce (spessore delle mura m. 1,20) era
parte della cerchia muraria, di cui sono state rinvenute molte tracce
archeologiche, che difendeva la pieve. Nel 2008 è stato restaurato il
parato lapideo che andava disgregandosi a causa degli agenti
atmosferici e dell'inquinamento.
Curiosità: tra le campane ancora
oggi in uso ve n'è una, la più piccola, sulla quale sono riportate le
iscrizioni della più antica, poi rifusa e aumentata, del 1191.
NB - Gli
Atti Tavole Rotonde ed i
Quaderni pievarini a cui si fa riferimento sono scaricabili dal sito del Centro Studi Storici "San Pietro a Neure" all'indirizzo:
www.sanpietroaneure.it